martedì 30 aprile 2013

Nei giorni di pioggia gli rimanevano solo alcune tracce di memoria semantica, giusto per potergli permettere di vivere una vita apparentemente in sintonia con il circondario




Esiste una dea della Memoria, Mnemosine; ma non una dell'oblio. Eppure dovrebbe esserci, poiché sono sorelle gemelle, poteri gemelli, e camminano con noi, una da una parte e una dall’altra, in lotta per ottenere la sovranità su di noi e su ciò che siamo. 
Richard Holmes, A Meander Through Memory and Forgetting 


venerdì 26 aprile 2013

By Himself


Giovani artisti crescono e attraversano la savana in una notte d'eclissi come questa.


Manfredi Gioacchini by Himself




Quel Dandy alla Andy noi lo conosciamo bene; insieme abbiamo percorso viaggi ed intrapreso avventure dagli orizzonti sempre nuovi. 



OGGI SU STYLE MAGAZINE DEL CORSERA, MANFREDI GIOACCHINI
(ORGOGLIO DELLA SAVANA!)



L'eleganza consiste nella leggerezza di immaginare se stessi e nel trovare il coraggio di ritrarsi -sempre- accanto ai propri sogni.



self-portrait 1

self-portrait 2

self-portrait 3

self-portrait 4




© Copyright by Manfredi Gioacchini


  



lunedì 15 aprile 2013

Sally Mann

 
L’ho conosciuta recentemente grazie al documentario “What Remains”, diretto da Steve Cantor, nominato all’Emmy come migliore documentario nel 2008: Sally Mann è una fotografa statunitense, nata a Lexington nel 1951, nota in particolar modo per i suoi scatti in bianco e nero. Vita privata vissuta in Virginia, stato già di per sé umido di storia, carica le sue fotografie di carne, di vita, della malattia, della morte, l’inesorabile intervenire del tempo. L’uso del bianco e nero qui aumenta l’effetto metafisico, enfatizza la profondità degli sguardi e smorza la consistenza delle figure addolcendone così l’effetto finale. Con difficolta riesci a lasciarle. 



 Copyright © 2010 by Sally Mann. All Rights Reserved.

domenica 14 aprile 2013

I Conigli di Jean de La Fontaine




Jean de La Fontaine - I Conigli (Sermone al signor Duca de La Rochefoucauld)

In molti casi, quando l'Uomo io veggio comportarsi da bestia ed anche peggio, io dico dentro me: - Dei sudditi non è migliore il re.Forse ha voluto infondere Natura in ogni creatura un elemento rozzo, in cui lo spirito rinchiuso in material e dura scorza, attinge la sua forza -.Nel momento propizio, ossia nell'ora che il sol coi raggi d'oro fa ritorno nell'umido soggiorno, ovvero allor che svegliasi l'aurora e sbadiglia la notte in braccio al giorno, d'un bel boschetto sull'estremo lembo e d'una pianta in vetta novello Giove, delle foglie in grembo, lancio a qualche Coniglio una saetta.


Allo scoppiar del fulmine i Conigli adunati alla pastura alzan gli orecchi e l'occhio vivo girano per tutta la pianura, poi lascian l'erba e fuggono dal fresco timo odoroso che profuma il desco.Tutta la banda fugge e per paura nella città sotterra ricovera e si serra: se non che poco dura il timor della morte ed il sospetto, e vedi poi da cento luoghi in giro ad un ad un tornare anche al banchetto allegri come prima e ancora a tiro.Così nelle disgrazie anche gli uomini fanno. Appena il porto toccano ed escono d'affanno ancora si abbandonano al vento, all'uragano, veri conigli, ed a fortuna in mano.Vediamo, amico, un altro assai più semplice incontro, intendo i Cani, che sono per gli umani un buon esempio.Se un Can per una strada nuova si perde, vedi la masnada degli altri cani tutti del dintorno urlar, gridar e morderlo e accompagnarlo fuori del paese con questa bella musica cortese. Nei cani è gola, è invidia; ma veggo che anche agli uomini sovente un buon affare, un'ambizion di gloria, siccome ai cani fa aguzzare il dente. E non fan magistrati e cortigiani e deputati e gente pronta a tutto cose tali che indegne son dei cani?E tutti, se vogliam esser sinceri, al nostro concorrente non caveremmo gli occhi volentieri? 


Lo stesso puoi ripetere d'ogni donna galante e dei poeti. Malanno a chi vien ultimo! Anche se il ventre è pieno e soddisfatto, si vuol essere in pochi intorno al piatto.
Amico mio, di cento e di duecento esempi ancor potrei confortar questo bel ragionamento, ma l'opere più corte son le più belle, e coi modelli miei gran maestri dell'arte io cerco andare, che in ogni scritto vogliono che resti qualche cosa da pensare.Tronco adunque il discorso, in cui se alcuna verità collocai, la deggio a Voi, del quale è la grandezza al mondo nota e al qual la più modesta lode fa di pudor tinger la gota. Voi non volete che il bel nome in questa leggenda io scriva o che l'invochi almeno contro i danni del tempo ed il veleno degl'invidiosi critici: ma il nome vostro va immortale e grande non sol di Francia fra i più chiari eroi, ma bello anche si spande per tutto l'universo. 


Or sappia il mondo che mi vien da Voi il tema a cui s'ispira oggi il mio verso.

domenica 7 aprile 2013

Il danzatore Yusupov



Uno che potrebbe riccordare benissimo Felix nelle righe che seguono
 Da quando l’hanno portato alla sua prima messa, si rese conto che la sua famiglia viveva secodno un calendario tutto loro, un calendario sfasato. Natale una settimana dopo, la pasqua a volte oltre due o addiritura tre settimane più avanti rispetto a quella cattolica. Ed ecco quindi perchè così spesso in collegio era portato ad avvicinarsi ai compagni di altre, “sfasate” religioni monoteistiche. Dunque tornare anche quest anno a Nizza per festeggiare la pasqua con la famiglia quasi un mese prima della loro, la Russo Ortodossa, gli sembro nuovamente contro natura. 


“Si David mi piacerebbe averti con noi, anche perchè io quest anno sono stato al Seder dei tuoi”
“ La tua ossessione con le religioni potrebbe farti diventare un maniaco del divino…sempre che tu non lo sia già. Mia madre non smette di ripetere come ti ha trovato  di primo impatto gelido e distante ma in realtà  alla fine del pranzo ti sentiva uno di famiglia.
“ E’ una psicoterapeuta David, le è parso lampante un qualche mio distrubo patologico e per amor tuo ha scelto di dargli una veste più romantica. Quindi si, rispondo ancora un’altra volta alla tua domanda di questa mattina: David sarei felice se tu fossi con me dalla Nonna, nei i giorni di pasqua. Ti aspetterò all’aerodromo, ciao”

Feliks si aggirava per la stanza dopo aver attacato la pesante cornetta di bachelite come in un trans. Solo lui sentiva la musica, inizialmente dondolava, e poi a passi lenti, in senso antiorario come se si tratasse della circumambulazione della Ka`ba, percorrse tutto il perimetro del salotto per ben tre volte. 


Il sole dalla finestra ancora con i denti di un inverno che vogliono mordere per l’ultima volta, era gentile con l’icona sul muro; è il rimasuglio di un passato funesto che legava la vecchia meggera con la sua Russia - Nonna Zenaida la più bella della Chiesa di S. Nicola di Nizza. 

il riflesso della Chiesa di S. Nicola di Nizza

La musica c’è ancora, forse I tamburi. Si ferma davanti all’icona, con un lieve inchino a mo dì uno scambio reciproco di saluti. Il saluto che tutte le anime nascoste nelle forme e nei corpi si scambiano in segno di mutua fratellanza.
Decide di sedersi, depone il pullover sfilatosi con la destrezza di uno spogliarelista per terra, appoggia la sua testa e .... si addormenta.

Lo squillo del telefono. 

“Hai ragione David, intendevo la stazione ferroviaria, chissà perchè ho creduto che tu debba arrivare dal cielo. In fondo strisciare per terra dentro un lungo serpente d'acciaio è sicuramente più sicuro”
“ Avrà certamente un senso questo che dici, vero Felix? E che io a volte trovo troppo da segaiolo mentale queste tue risposte, che sembrano maledetamente spontanee. O sei un fottuto genio, o un maledetto infelice. Il che mi ratrista perchè speravo di poterti portare un bricciolo di felicità.
“Mi ricordi l'orrario dell’arrivo per favore? Io non provo queste cose che dici, ma sono certo che questa pasqua sara una pasqua diversa dalle solite in casa nostra. A domani allora!”





giovedì 4 aprile 2013

Ti sei addormentato nel 1992, da qualche parte lì...

Capitano per caso le poesie. A me sicuramente. Chi mi ha inviato questa non riusciva a pronunciare bene il nome del poeta:  

- Osip Mendel... Ospi Mendelas... no aspetta Osip Mandel’štam! e' così!
- E' un russo.
- Ecco quindi lo conosci già, ti pareva...
- Ma per caso, avevo sentito un intervista di Bordskij su YouTube che lo annoverava fra le realtà più virtuose della poesia russa e il suono del suo nome mi ricordava quello di Mendelssohn ed ecco che mi è rimasto lì...
- La Marcia nunziale...chissa come mai uno come te fa questi collegamenti?!
- No, questo passaggio l'hai fatto tu, io mi sono fermato al suono del cognome di un poeta. Matrimonio l'hai aggiunto tu!
- Ma chi ha mai parlato di matrimonio?! E poi tra noi due non potrebbe funzionare, tu sei rimasto da qualche parte, lì...qui c'è solo quel che rimane di te. Intendevo il Sogno di una notte di mezza estate, musicata da lui!
- Si ma hai citato solo la Marcia nuziale! potevi dire Danza Bergamasca, è sempre un pezzo della stessa opera, o no?
- Ma sai che non conosco nessuno di Bergamo?!

Fortunatamente finisci con un ciao, ti sento male, ma pochi minuti dopo arriva il tuo sms:

Guarda la fifa a cosa ci ha ridotto,
o mio compagno dalla grande bocca!
Guarda il tabacco nostro che si sbriciola,
Schiaccianoci, babbeo, caro amico!
Come uno storno fischiarsi la vita,
come torta di noci divorarla;
ma è un desiderio proibito...

di Osip Mandel’štam
 
In esilio da alcuni anni in Armenia Mandel’stam non troverà solo le sue amate terre d’epica classica, ma la forza e la passione per una nuova stagione  poetica. Osip incontra la Rivoluzione Rossa come un poeta "formato" ed è tra i primi a scrivere versi su temi civili. L’agire bolscevico non lo entusiasma, ma la Rivoluzione rappresenta per lui un avvenimento importantissimo. Non si piega ai temi della contingenza politica ed osserva la realtà come dall’alto di un’acropoli auspicando un utopico ritorno al classicismo. In piena guerra è un nomade, attraversa la Russia intera e dopo la morte di Lenin e l'avvenimento di Stalin diventerà non voluto. Iniziano così altri spostamenti, imposti. E' in Armenia quando scrive questi versi. E’ da cinque anni che la sua poetica è muta. Ma quel Ottobre del 1930, è questa la lirica che lo "risvegliò", come disse lui stesso alla moglie che ne era dedicataria (Schiaccianoci, era il nomignolo della Nadežda). Chi invece si è addormentato nel 1992 sfortunatamente non essendo un poeta rimarrà per sempre catturato in un fotogramma in loop.