giovedì 31 gennaio 2013

Belgravia vs Sanremo

le scale: se scegli di scendere, devi entrare dentro il meccanisimo della vita, fuori dalla tua stanza. 


sta attento e non caderci dentro.



sabato 26 gennaio 2013

Lotte Pritzel e l'androgino moderno

All'inizio del ventesimo secolo un artista di nome Lotte Pritzel creava oggetti molto speciali: Bambole per le vetrine. Fatte di cera, l'altezza di circa 10,5 - 25,5 pollici, i ritratti di personaggi diversi: dame e signori vestiti come persone del diciottesimo secolo, ballerini, figure esotiche e androgine.






Charlotte Pritzel (1887-1952) era nata a Breslavia. All'età di 18 anni si trasferisce a Monaco di Baviera e diventa un membro della cosiddetta Schwabing Bohémien. Tra i suoi amici: artisti, attori, scrittori e poeti come Franziska zu Reventlow, Erich Muehsam, Jakob van Hoddis, Carl Zuckmayer e Rainer Maria Rilke. Quest'ultimo è  anche l'autore di un testo sulle Pritzel-Puppen - un esempio di adorazione per entrambi: per la Lotte e per le sue figurine di cera.





La prima mostra delle sue bambole fu nei grandi magazzini di Hermann Tietz a Monaco di Baviera, Berlino e Amburgo. Le bambole Pritzel rapidamente diventare un vero successo. Inizialmente creò figure mobili. Il corpo era fatto di stoffa, imbottito con il cotone, la testa e le gambe erano modellate con la cera. Alcuni anni dopo, verranno posizionate sui piccoli  piedistalli e fissati nelle loro gesta. Le bambole hanno avuto nomi come Madonna, Angelo o Ballerina. Una relazione affascinante si stabilì tra questi oggetti d'arte, la danza e il cinema. I ballerini come Niddy Impekoven, Anita Berber, Grit Hegesa e Herta Horn crearono alcune performaces ispirate dalle bambole Pritzel e nel 1921 è stato girato un film sulla Pritzel. 

Come sogni di un infanzia ancora poco corrotta il suo immaginario legato all'androginia mirava forse alla completezza, non solo sul piano mistico, per non dire religioso, ma anche su quello psicologico. Il risultato sono le bambole, talvolta ambigue, perchè il suo era un bisogno reale, quanto lo era quello di Orlando di Virginia Woolf, Seraphita di Balzac o il Golem di Gustav Meyrink. 



sabato 19 gennaio 2013

My Name is Tallulah


She'll take what you give her and she won't ask why...she's made alot of friends in some exotic place...Her name is Tallulah she lives till she dies. So if you really need to, you'll know how to find her.

giovedì 17 gennaio 2013

Nada te Turbe

I malvagi diranno: è la rappresentazione della tragedia Scozzese!

Prima strega: Saluti Macbeth, signore di Glamis!  
Seconda strega: Saluti Macbeth, signore di Cawdor!  
Terza strega:  Saluti Macbeth, che un giorno sarai re!  
Macbeth: (cercando invano di afferrarle) Fermatevi creature infernali, ditemi di più. Le vostre parole fatali sono chiare e oscure al tempo stesso. (Riflette tra sé e sé. Nel frattempo le streghe scompaiono).


Ma non era andata così. Mi trovavo in un ritiro spirituale, facendo gli esercizi di St Ignazio, a Rocca Calascio nella provincia de L'Aquila. Giorni di pieno silenzio ho passato in quel paesino arroccato e ben chiuso, sigillato e protetto da tutto ciò che potrebbe venire dall’esterno. La mattina dopo il nostro arrivo,  nella cappella del monastero che ci ospitava, i miei conoscenti intonarono un canto lamentoso, basandosi sul Salmo 87-imo, Compieta, venerdì:

“E’ tra i morti il mio giaciglio, sono come gli uccisi stesi nel sepolcro, dei quali tu non conservi il ricordo…
Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro, la tua fedeltà negli inferi?…
Sono infelice e morente dall’infanzia, sono sfinito, oppresso…” ecc.

Se mi chiedete di commentarle, vi rispondo: inutile! Non le sentivo proprie. Cercherò di essere più chiaro riportando alcune pagine sulle quali ho annotato tutto quello che provavo in quei momenti. Cercherò, ho detto.

Rocca Calascio, Marzo 1999


Faccio una contrapposizione al salmo recitato con un testo scelto a “caso”:
I re, 18, 27
“<<Gridate con voce più alta, perché certo egli è un dio! Forse è soprappensiero oppure indaffarato o in viaggio; caso mai fosse addormentato si sveglierà.>> Gridarono con voce più forte e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue. Passato il mezzogiorno, quelli ancora agivano da invasati ed era venuto il momento in cui si sogliano offrire i sacrifici, ma non si sentiva alcuna voce né una risposta né un segno di attenzione

I versetti del salmo premevano i miei timpani in un modo crudele e violento. I suoni che producevano i coloro che pregavano erano malsani, ridondanti e mal odoranti. Ero testimone di un evento straordinario: l’auto-flagellazione collettiva nel nome di una forza superiore, di un gruppo di occidentali estetizzati da qualche sofferenza e dolore. Era uno spettacolo macabro.
Nel primo istante ne fui coinvolto. Gli occhi si arrossirono pronti a versare le lacrime. Alzai lo sguardo per cercare un altro viso provato da qualche sua sofferenza che in queste parole cercava lo sfogo dei suoi dolori immensi, ma la scoperta fu una delusione. Intorno a me solo i visi di pietra che piegati su se stessi fingevano qualche dolore di qualche ferita già risanata, convinti che l’espressione e l’inclinazione dei loro corpi significasse “supplicazione”. Mi sono alzato turbato. Con molta fretta ho raccolto le mie cose e sono scappato.


Sosta lungo la via della fuga

"Giovanotto, da dove arriva lei?"
"Dalla Rocca."
"Ah ... noi siamo uscite a prendere un pò di aria fresca. Ci dica, perchè non è su a mangiare con gli altri? Sono passate le nove"
"Cerco di smettere signora"
"Sarebbe una buona abbitudine! Intanto prega però. Non vuole mica diventare un santo?!"
"Guardalo Maria, ha già l'aria da santo. Lungo, maaaagro, vestito di bianco...ecco se mi continua così me lo faranno nuovo Pontefice!"
Scoppiano a ridere
"Le lasci stare, sono vecchie è sole. Qui non capitano quasi mai giovanotti come lei. Ma mi dica..."
"Si signora, se sarò in grado. Mi chieda"
"Ma lei prega per qualcosa in particolare?!"
"Non credo. DI fatto non dovrei manco parlare durante questo mese del mio ritiro. Tranne con il mio padre spirituale. E' la regola."
"Capisco. Vuole smettere?"
"No signora, vorrei parlare e parlare e parlare fino allo sfinimento!"



 "Eeeeh giovanotto, diceva Teresa d'Avila - L'orazione mentale non consiste nel molto pensare, ma nel molto Amare!"

  

sabato 12 gennaio 2013

Si tard


Leoni sono carnivori predatori che manifestano due tipi di struttura sociale. Alcuni di loro sono stanziali, e vivono all'interno di gruppi chiamati branchi. Altri invece vivono in condizioni di nomadismo, coprendo grandi distanze, quasi sempre singolarmente. Lo stile di vita comunque è soggetto a variazioni: un leone del branco può diventare nomade e viceversa. Quando capita proprio il "viceversa", non tarderanno mai agli appuntamenti, anche se potrebbe accadere. Allora, come molti altri mammiferi sociali, i leoni esibiranno un ampio spettro di comportamenti che comunicheranno l'affetto. Essendo loro i re dei predatori, sanno anche attendere. Ma quando è tardi, è tardi anche per i leoni. 
Anche se...la melanconia 

giovedì 10 gennaio 2013

L’oroscopo di Rob Brezsny 4 Zebra e Leone

la settimana di Zebra



“Caro Rob l’astrologo, ho una domanda importante da farti. Se riuscissi a mettere le mani su una macchina del tempo, dove mi consiglieresti di andare? C’è un modo per calcolare il tempo e il luogo in cui potrei godere di condizioni astrologiche che farebbero uscire il meglio di me?”.–Toro Curioso. Caro Curioso, eccoti alcune destinazioni che sarebbero adatte per voi Tori in questo momento: Atene nel 459 aC, Costantinopoli nel 1179, Firenze nel 1489, New York nel 2037. Più in generale, starai bene in qualsiasi posto pieno di persone intelligenti che lavorando insieme creano una cultura viva e stimolante. Hai bisogno di qualcuno che sfidi le tue certezze, allarghi la tua mente e solletichi il tuo senso della meraviglia.

quella del Leone


Metaforicamente parlando, per tutta la settimana scorsa hai avuto un sassolino nella scarpa. Hai continuato a pensare: “Appena possibile, devo trovare un minuto per liberarmene”, ma non l’hai mai fatto. Perché? Anche se non era eccessivamente doloroso, ti ha distratto quel tanto che bastava per impedirti di dedicare tutta la tua attenzione ai compiti importanti che dovevi svolgere. Quel maledetto sassolino è ancora nella tua scarpa. Posso provare a convincerti che è ora di toglierlo?

mercoledì 9 gennaio 2013

insonnia

quando ritornano le notti infinite bisognerebbe abbandonare i materassi di piume infossati, ma non per fumare la sigaretta sul ballatoio sussurando ai pensieri che non sono pensieri. perchè loro non sono pensieri ma l'aria che passa tra i capelli e si perde dentro le conchiglie delle orecchie. infilare quindi un paio di scarpe, gonfiare e poi spalancare le alveoli con l'aria consumata dalle stelle e dalle comete, dai castelli che si reggono ancora, su nell'aria. così nuovamente soffice sarà l'abbraccio dei polmoni al cuore nella notte infinita.  ballare, fino a quando gli andirivieni, le involture, e i tanti castelli in aria non cadranno giù, sfiniti dall'aria.