sabato 26 gennaio 2013

Lotte Pritzel e l'androgino moderno

All'inizio del ventesimo secolo un artista di nome Lotte Pritzel creava oggetti molto speciali: Bambole per le vetrine. Fatte di cera, l'altezza di circa 10,5 - 25,5 pollici, i ritratti di personaggi diversi: dame e signori vestiti come persone del diciottesimo secolo, ballerini, figure esotiche e androgine.






Charlotte Pritzel (1887-1952) era nata a Breslavia. All'età di 18 anni si trasferisce a Monaco di Baviera e diventa un membro della cosiddetta Schwabing Bohémien. Tra i suoi amici: artisti, attori, scrittori e poeti come Franziska zu Reventlow, Erich Muehsam, Jakob van Hoddis, Carl Zuckmayer e Rainer Maria Rilke. Quest'ultimo è  anche l'autore di un testo sulle Pritzel-Puppen - un esempio di adorazione per entrambi: per la Lotte e per le sue figurine di cera.





La prima mostra delle sue bambole fu nei grandi magazzini di Hermann Tietz a Monaco di Baviera, Berlino e Amburgo. Le bambole Pritzel rapidamente diventare un vero successo. Inizialmente creò figure mobili. Il corpo era fatto di stoffa, imbottito con il cotone, la testa e le gambe erano modellate con la cera. Alcuni anni dopo, verranno posizionate sui piccoli  piedistalli e fissati nelle loro gesta. Le bambole hanno avuto nomi come Madonna, Angelo o Ballerina. Una relazione affascinante si stabilì tra questi oggetti d'arte, la danza e il cinema. I ballerini come Niddy Impekoven, Anita Berber, Grit Hegesa e Herta Horn crearono alcune performaces ispirate dalle bambole Pritzel e nel 1921 è stato girato un film sulla Pritzel. 

Come sogni di un infanzia ancora poco corrotta il suo immaginario legato all'androginia mirava forse alla completezza, non solo sul piano mistico, per non dire religioso, ma anche su quello psicologico. Il risultato sono le bambole, talvolta ambigue, perchè il suo era un bisogno reale, quanto lo era quello di Orlando di Virginia Woolf, Seraphita di Balzac o il Golem di Gustav Meyrink. 



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