Ogni quel volta che scendo dal piedistallo pesto solo le
merdine, ululava Leone mentre cercava di farsi pulire le zampe intrise di
escrementi. Propri così. La vita sul piedistallo non è facile ma scendere, a
questo punto non conviene. Squilla il telefono, sua sorella:
Sono andata a prendere tua nipote che tornava da Parigi e mi
ha inondato di parole riguardo questo nuovo fidanzato che pare la ami molto, e glielo
dichiara quotidianamente in 5 lingue, al meno!
Ma che meraviglia! Deve essere un ragazzo speciale, e poi
parla cinque lingue direi ottimo, no?
Ah certo, però mi chiedo, perché debba sempre finire con
un damerino (pare fosse un prodotto di alta diplomazia)? Un fornaio, un barista
no?
Dalle tempo, inizierà ad esplorare il mondo è ancora così
giovane e sognatrice, magari il prossimo sarà un poeta maledetto?
Siete uguali! Due leoncini… sempre lì sul vostro piedistallo.
Vorrei solo che fosse felice!
Come darle torto? La felicità certo non la si trova sopra un
piedistallo, ma rimane il fatto che nella dinamica sociale, come nello studio
delle interazioni fisiche in natura, ogni individuo, gruppo o partito, in
quanto molecola partecipe di un tutto, non è isolabile dal contesto e la
"sua" prassi soggiace alle leggi generali che muovono l'intera società.
Per quanto riguarda le particelle, un tempo la fisica partiva dal postulato che
qualsiasi combinazione di queste in una unità maggiore fosse un aggregato
puramente quantitativo. La fisica moderna ha dimostrato l’inesattezza di questa
vecchia concezione. Pur non rinunciando alle schematizzazioni astratte utili a
spiegare strutture complesse in termini di fattori elementari, ella ha
dimostrato che i rapporti fra gli elementi che compongono la materia non sono
neutri e quantitativi, ma dinamici e interattivi, cioè, tra l'altro, rivelatori
di leggi dialettiche in natura. Una particella elementare non esiste accanto ad
un'altra, esiste perché c'è l'altra o perché si è trasformata nell'altra in una
continua metamorfosi dell'energia. Il mondo che tocchiamo con mano tutti i
giorni non è fatto di granelli di materia ma di processi coinvolgenti energia,
spazio e tempo.
Il guaio dell'Attivista (per attivista, in questo caso si deve
intendere un arrampicatore sociale, in quanto concentrato ed indirizzato verso
la dinamica delle particelle da “intascare” o esibire per poi “intascare” il
loro valore sensibile agli occhi degli altri attivisti) è proprio quello di
essere un troglodita che non ha ancora compreso la dinamica di un sistema
complesso come la società umana, di avere ancora in testa il vecchio paradigma
di una natura fatta di oggetti contigui e non interagenti, quindi una società
fatta di insiemi, di mucchi di oggetti o uomini, trattabili secondo mere
catalogazioni quantitative.
Quando il troglodita poi incontra un uccello tenuto in
gabbia dorata (ma arrugginita) ci si fionda con la stessa voracità dei suoi predecessori
(una parte, non tutti, esageruma nen!!!) che durante le manifestazioni sessantottesche del sabato con le grida
"borghesi, ancora pochi mesi!" di fatto bramavano queste gabbiette
graziose. L’uccello, in quanto un volatile per di più tenuto in cattività, con
la porticina finalmente aperta pensa di volare, volare oltre… per posarsi poi
subito su un albero del giardino dell’attivista. E che flora possa mai
germogliare in quel Eden? Alberi? Si anche,
ma con radici non invasive per le fondamenta delle loro “abitazioni” come Cercis
siliquastrum - L'albero di Giuda o di Giudea, conformemente alla denominazione
francese arbre de Judée - di fiore rosa,
così invitanti e così simile ad un ciliegio. Le similitudini.
E cosa accade nel giardino? E’ importante sottolineare che l’attivista
è attivo solo quando qualcuno suggerisce (nel nostro caso fu invitato proprio
dall’individuo sul piedistallo, di partecipare al banchetto in quanto si sa, quelli
lì, sui piedistallo si sentono veri e
propri Dei e amano giocare con gli attivisti). Perché l’attivista non vive di vita propria, vive in simbiosi con il
presunto “nemico”. Se questo si fa i fatti suoi nella normalità dello “sfruttamento
quotidiano”, l'attivista si sente disoccupato, entra in crisi d'astinenza.
Quando invece il “nemico”, spinto dalla naturale tendenza del capitalismo a
ristrutturare continuamente il processo produttivo (gli uccelli si sa' in primavera
si danno da fare…volano da un albero ad un altro), ecco che l'attivista può
cogliere l'occasione al balzo e manifestare tutta la propria indignazione.
Poiché rifugge dal lavoro lungo e sistematico, quello che si sviluppa
incessantemente anche nei momenti meno eclatanti, l’unica sua fonte di
alimentazione vitale è l’iniziativa dell’avversario. La sua, quindi, finisce
per essere una forma di parassitismo ed egli ha bisogno di vedere
"attacchi padronali" dappertutto e sempre.
Ed ecco che un giorno allo Zoo urbano, da un
piedistallo, un pioniere Titino osserva e si rifiuta di scendere perché
le zampe sono così morbide e pestare gli escrementi di un para-attivisimo gli risulta
così poco invitante. Ah già perdonatelo in questo maldestro
tentativo di buttare giù un trattato simil-socio-politico-ridicolo. Rimasugli di un
passato di radici profonde socialiste, Titine, non quelle degli alberi che si
dilagano solo in superficie.
questo è un capolavoro dello snobismo! ma quello "buono"...non sono d'accordo con te leoncino adorato (ci manchi molto!!) anche se condivido alcune parti.
RispondiEliminaG & family
anche voi!!!! spero di vedervi presto! I miss Roma
Eliminaeh già ma proprio per questo che ci vogliamo bene ;)