domenica 30 settembre 2012

Buongiorno Leone!

Buongiorno Leone!
Eccomi qui, finalmente ce l'ho fatta. D'altronde lo sai, noi zebre a pois siamo ritardatarie di natura, nottambule nell'animo, amanti sfrenate delle ore piccole. Ci perdiamo in un bicchiere d'acqua ad ascoltare ore ed ore vacui discorsi di ogni sorta di specie viventi che ci capita di incontrare, qua e là, nelle varie metropoli-savane, durante l'eterno corso delle nostre continue migrazioni. Senza radici alcune, punti fermi, ci spostiamo di continuo da una parte all'altra di questo strano mondo, sempre alla ricerca, con il cuore colmo di malinconia per quel luogo che abbiamo appena lasciato ma con lo sguardo vivo di chi sta per scoprire un nuovo esaltante orizzonte. Eppure qui, per la prima volta mi sento a casa: la carta da parati Scalamandré che ricopre le quattro mura di questa nostra abitazione virtuale, è per me il più grande degli omaggi. Quando poi si parla di Zoologia Fantastica è impossibile tirarsi indietro.
E' passato poi molto tempo da quando in una misteriosa enciclopedia cinese (menzionata nell'introduzione del Manuale di Zoologia Fantastica di Borges) qualcuno cercò di fare un'approssimativa classificazione di noi specie fantastiche. "In quelle remote pagine è scritto che gli animali si dividono in a) appartenenti all'Imperatore, b) imbalsamati, c) ammaestrati, d) lattonzoli, e) sirene, f) favolosi, g) cani randagi, h) inclusi in questa classificazione, i) che s'agitano come pazzi, j) innumerevoli, k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, l) eccetera, m) che hanno rotto il vaso, n) che da lontano sembrano mosche."
Nonostante io apprezzi sinceramente questo divertente tentativo umano di provare a riconoscerci, schedarci e raccontarci, penso sia arrivato il momento di apportare qualche importante precisazione a questa magica lista, ormai un pò superata. C'è da dire che se sì -è vero- in passato siamo appartenuti all'Imperatore, ci agitavamo come cani per un nonnulla, rompendo un'infinità di vasi, eccetera, ci divertivamo a farci ammaestrare, ritrarre con un pennello finissimo di cammello, oggi tutto è decisamente cambiato. Per prima cosa nella savana contemporanea -come è facile notare- Zebre (a pois) e Leoni sono diventati finalmente buoni amici. Basta con gli agguati e le persecuzioni, con tutta quella violenza gratuita, basta con gli scherzi, con le stupide corse a perdi fiato, con quelle brutali e vecchie maniere di predominare sull'altro! Oggi Zebre (a pois) e Leoni sono una grande famiglia felice che usa lo stesso potenziale magico per affrontare ogni nuovo giorno.
Una cosa però è rimasta invariata: la lotta alla sopravvivenza. E anche se non riconosciamo più nei vecchi predatori il nostro nemico, continuiamo a fare quello che dalla notte dei tempi ci ha sempre caratterizzate. Essere Zebre significa prima di tutto scappare. E più sei brava a scappare, più il tuo manto si ricoprirà di pois e  allora sarai libera, libera di scappare sempre più lontano. Una volta che i pois cominceranno ad apparire, scoprirai che in fondo nulla è cambiato. Perché sempre di lotta alla sopravvivenza si tratta. Continuerai ad avere lo stesso chiodo fisso, a tenerti lontano dal pericolo e ad evitare con tutte le tue forze il Nuovo Predatore. Con una sola differenza che sarà più difficile perché ad oggi il Mostro si è fatto più letale, allarmante e disgustoso che mai. Assume le forme più svariate e sembra aver conquistato molti angoli di questo pianeta. Ma nessuno come noi Zebre sa riconoscere il Nemico: ha il volto della noia, lo sguardo vuoto della banalità, il tanfo nauseabondo dello squallore, dell'assenza di bellezza, l'eco della mediocrità. Da questo, sempre, ovunque e comunque bisogna sapere scappare a gambe levate. Per noi questa è l'arte suprema poiché ci nutriamo di sola magia e dobbiamo preservarci. Nella nostra lotta alla sopravvivenza stiamo imparando a sfuggire da quel contatto con un manto che non sia raffinato e fantasioso come il nostro. D'altronde, nel corso della storia, questi pois ce li siamo sudati! Adesso siamo determinate a guardare il mondo attraverso il nostro filtro. 



                                        Undicesimo compleanno di Margot, omaggio a noi Zebre.

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