Villa Diodati, Cologny |
E’ già piuttosto noto che una notte d’estate del 1816, nella Villa Diodati a Cologny sul Lago di Ginevra, Lord Byron, Shelley, la futura moglie di Shelly, Mary, Claire Clairmont (sorellastra di Mary e amante di Byron), John Polidori (medico personale e segretario di Byron, e prima di lui ancora di Vittorio Alfieri), furono incitati da un temporale a dare vita, prima dell’alba, ad un opera dalle fattezze poco umani. I ben informati dicono che furono suggestionati da un’antologia tedesca dell’orrore, Phantasmagoria.
Tu hai cercato di persuadermi oggi che di fatto non si sono mai rinvenute le tracce di questa presunta opera e che bisognerebbe prendere in considerazione un’altrenativa, quella della “lanterna magica” - in inglese Phantasmagoria, molto in voga nel 19esimo secolo.
Intanto le signorine delle poste cercavano meticolosamente di ritrovare un senso tra i bolletini che riversavo sui loro sportelli. Impaurito come quell Prometeo moderno di Mary Shelly dal risultato finale che questa raccolta - che nulla aveva a che fare con il collezionisimo- avrebbe prodotto nelle loro mani, cercavo di asecondarti annuendo, sospirando, emettendo dei suoni poco articolati. Non riuscivo a placare la mia paura e tu non facevi che alimentare quella creatura dentro di me.
"Jinevra, Leon, per me non ha più sensooo! Scerco, di notte, caminando' lungo il lago a capireee dove ho sbajato con te. Ma vedo solo i mostri e le nostre paure!"
"Sebastian, Frankenstein è diventato uno dei “miti della letteratura” proprio perché affonda le sue radici nelle paure umane. Ecco il taxi, saliamo per favore, devo passare in banca, ci metteremo poco."
"Quel lago è scircondato dalle banche! Potevamo jirarle lì, ojji, se solo tu avessi voluto fermarti! Ora vorrei solo finirsci dentro e affogare!"
"Siamo arrivati, vuoi attendermi al Bar per favore? Sarò veloce.
E Sebastian... il nostro sarebbe stato un viaggio nella speranza di giungere al Polo sud e quindi circumnavigare il globo senza mai guardarci negli occhi ma ammirando solamente quell che ci sta intorno. Ecco cosa erano i mostri e le paure delle quali mi parli. Noi."
"Tu proprio non riesci a provare nulla pe’ me, vero Leone?!!?"
"Sebastian, tu proprio non riesci a renderti conto della paura nella quale vivo in questo preciso istante, vero? Phantasmagoria e la sua capacità di proiettare i spettri sulle pareti, mi dici? Quei mostri creati quella notte sul nostro lago sono gli esempi del sublime, del “diverso” che in quanto tale causano terrore. Ora prenditi una tazza di caffè e permettimi di terminare le mie faccende di una noiosa e paurosa vita reale. Tra pochi istanti riprenderemo le lanterne magiche cercando di evitare di farti annegare nel Lago di Ginevra"
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