mercoledì 6 febbraio 2013

Never explain, Never complain

 
Una delle espressioni più note dell'educazione britannica è "Never explain, never complain". Mai dare spiegazioni, mai lamentarsi. Per le spiegazioni un caso tipico potrebbe essere quello dell'alunno che arriva in classe in ritardo. Nel mondo non-anglosassone, diciamo si usa chiedere scusa e spesso aggiungendo che  la sveglia si è rota, un qualche parente è stato ricoverato d’urgenza… Tutto questo sarebbe considerato superfluo da parte dei pragmatici britannici, per i quali quello che conta è il fatto in se stesso - il ritardo si intende -, il resto è solamente una mera chiacchiera. Ah ecco da aggiungere che all'insegnante non verrebbe in mente di chiedere le ragioni del ritardo. Sarebbe una vera stravaganza. Quanto al non lamentarsi qui tocchiamo un precetto dalle implicazioni sociologiche, pare piuttosto complesse. Di fatto se qualcuno ponesse ad un inglese anche in fin di vita l'abituale domanda how do you do? (anche se avrei da obbiettare qualcosa perchè proprio l’altra settimana mi diedero del “posh” perchè non ho utilizzato la forma how are you, ma fui immediattamente rassicurato che sicuramente si doveva trattare di uno straniero) si sentirebbe senz’altro rispondere rather well. Tale approccio lo ritrovo anche nella home page del quotidiano inglese The Times che riguarda un importante avvanimento sociale  -  è stato approvato il progetto di legge che autorizza i matrimoni tra persone dello stesso sesso dalla Camera dei Comuni (che poi andra dai Lords a Maggio per tornare nuovamente dai Commons, quindi ne sentiremo ancora parlare) segue questa dichiarazione da parte del Boris Johnson, sindaco di Londra, un tory, quindi uno di quelli che dovrebbe essere contrario (anche se di fatto molti conservatori si sono schierati pro, tolto Roger Gale che "simpaticamente" ha paragonato il tutto  ad un tentativo "orwelliano" di cambiare il significato della parola matrimonio) 

2143 GMT Boris Johnson welcomed tonight’s vote in a statement which contained a warning for the Government.

“You can’t champion equality in a free society if people aren’t truly equal,” said London’s Mayor. “The passage of this Bill is an important step on the road to redressing that inequality, and I welcome tonight’s vote.

“Now that this is settled it’s important that we focus once again on what matters most to people across London and across the country - improved living standards, job creation and growth.”



Ecco la seconda parte che trovo particolarmente significativa: Ora che questa cosa è sistemata, concentriamoci nuovamente su quello che riguarda la maggior parte della gente di Londra e del paese: qualità di vita migliore, lavoro e la crescita economica.

E’ quasi paragonabile ad un’altro modo di vivere dei britannici, il caso del bambino che, giocando, cade facendosi male. Il rituale mediterraneo, prevede che il bambino si metta a piangere a dirotto e che la madre o i passanti si precipitino, angosciati, per consolarlo a forza di carezze, parole, insomma di tutto per alleviare questo terribile dolore. In Gran Bretagna, invece capita spesso la reazione opposta: Il genitore continua a svolgere l’attività che lo vede occupato in quell momento (leggere il giornale, ad esempio) e il pargolo viene lasciato piangere (si parla di incidenti che di solito  non comportano traumi gravi, si intende) E’ molto probabile che  il bambino smette di farlo abbastanza rapidamente.

Ecco, è proprio questo modo di essere, discreto e non sciatto (e se sciatto allora decisamente sciat-è-chic), pacchiano e spudorato (alla te lo schiaffo in faccia per capirci) che a me affascina di quel paese. Così come gli uomini, che in campagna continuano ad indossare il tweed dai colori autunnali con le borse Chapman mentre in città, al lavoro, il scuro (o anche gessato) è d'obbligo. Sempre con le calzature di Northampton (che però mi dicono amici fiorentini, hanno imparato a fare dagli italiani). Certo, non sono ancora sicuro che riuscirò a perdonarli così facilmente quello che hanno fatto a Oscar Wilde, ma quello è un'altra storia. Credo.

2 commenti:

  1. Sei una vera scoperta Damir!
    Gianni (collegio d'abruzzo)

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    1. gianni! bello avere le tue notizie. spero di rivederti presto

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