Una delle espressioni più note
dell'educazione britannica è "Never explain, never complain". Mai
dare spiegazioni, mai lamentarsi. Per le spiegazioni un caso tipico potrebbe
essere quello dell'alunno che arriva in classe in ritardo. Nel mondo non-anglosassone,
diciamo si usa chiedere scusa e spesso aggiungendo che la sveglia si è
rota, un qualche parente è stato ricoverato d’urgenza… Tutto questo sarebbe
considerato superfluo da parte dei pragmatici britannici, per i quali quello
che conta è il fatto in se stesso - il ritardo si intende -, il resto è
solamente una mera chiacchiera. Ah ecco da aggiungere che all'insegnante non
verrebbe in mente di chiedere le ragioni del ritardo. Sarebbe una vera
stravaganza. Quanto al non lamentarsi qui tocchiamo un precetto dalle
implicazioni sociologiche, pare piuttosto complesse. Di fatto se qualcuno
ponesse ad un inglese anche in fin di vita l'abituale domanda how do you
do? (anche se avrei da obbiettare qualcosa perchè proprio
l’altra settimana mi diedero del “posh” perchè non ho utilizzato la forma how
are you, ma fui immediattamente rassicurato che sicuramente si doveva trattare di uno
straniero) si sentirebbe senz’altro rispondere rather well. Tale
approccio lo ritrovo anche nella home page del quotidiano inglese The Times che riguarda un importante avvanimento sociale -
è stato approvato il progetto di legge che autorizza i matrimoni tra
persone dello stesso sesso dalla Camera dei Comuni (che poi andra dai Lords a Maggio per tornare nuovamente dai Commons, quindi ne sentiremo ancora parlare)
segue questa dichiarazione da parte del Boris Johnson, sindaco di Londra, un
tory, quindi uno di quelli che dovrebbe essere contrario (anche se di fatto
molti conservatori si sono schierati pro, tolto Roger Gale che "simpaticamente"
ha paragonato il tutto ad un
tentativo "orwelliano" di cambiare il significato della parola
matrimonio)
2143 GMT Boris Johnson welcomed tonight’s
vote in a statement which contained a warning for the Government.
“You can’t champion equality in a free
society if people aren’t truly equal,” said London’s Mayor. “The passage of
this Bill is an important step on the road to redressing that inequality, and I
welcome tonight’s vote.
“Now that this is settled it’s important that
we focus once again on what matters most to people across London and across the
country - improved living standards, job creation and growth.”
Ecco la seconda parte che trovo
particolarmente significativa: Ora che questa cosa è sistemata, concentriamoci
nuovamente su quello che riguarda la maggior parte della gente di Londra e del
paese: qualità di vita migliore, lavoro e la crescita economica.
E’ quasi paragonabile ad un’altro modo di
vivere dei britannici, il caso del bambino che, giocando, cade facendosi male.
Il rituale mediterraneo, prevede che il bambino si metta a piangere a dirotto e
che la madre o i passanti si precipitino, angosciati, per consolarlo a forza di
carezze, parole, insomma di tutto per alleviare questo terribile dolore. In
Gran Bretagna, invece capita spesso la reazione opposta: Il genitore continua a
svolgere l’attività che lo vede occupato in quell momento (leggere il giornale,
ad esempio) e il pargolo viene lasciato piangere (si parla di incidenti che di
solito non comportano traumi
gravi, si intende) E’ molto probabile che
il bambino smette di farlo abbastanza rapidamente.
Ecco, è proprio questo modo di essere, discreto e non sciatto (e se
sciatto allora decisamente sciat-è-chic), pacchiano e spudorato (alla te lo
schiaffo in faccia per capirci) che a me affascina di quel paese. Così come gli
uomini, che in campagna continuano ad indossare il tweed dai colori autunnali
con le borse Chapman mentre in città, al lavoro, il scuro (o anche
gessato) è d'obbligo. Sempre con le calzature di Northampton (che
però mi dicono amici fiorentini, hanno imparato a fare dagli italiani). Certo, non sono ancora sicuro che riuscirò a perdonarli così facilmente quello che hanno fatto a Oscar Wilde, ma quello è un'altra storia. Credo.
Sei una vera scoperta Damir!
RispondiEliminaGianni (collegio d'abruzzo)
gianni! bello avere le tue notizie. spero di rivederti presto
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