Hessel & Morin |
“Under good government, poverty is shame; under bad government, wealth is shame.”
~ Confucius
E' mancato Stéphane Hessel, figlio di Franz Hessel la cui
vita è stata raccontata in un romanzo semi-autobiografico di Henri-Pierre Roché
e che François Truffaut ha usato per il suo Jules et Jim. Ho avuto la fortuna
di passare una settimana di Novembre, tanti anni fa, insieme a lui, alla
Danielle Mitterrand e molti altri membri del The World Political Forum
ascoltando non solo i loro "interventi istituzionali" in occasione di
una conferenza, ma di condividere quei momenti intimi, davanti ad una tazza di
caffè o di tè, la sera prima di ritirarci nei nostri comodi letti. Quali sono i
Diritti reali dell’Uomo nel mondo politico ed economico odierno e come
proteggerli? E’ possibile davvero una “giusta globalizzazione per tutti”? Chi
sono i veri responsabili delle violazioni endemiche dei Diritti Umani? Quali i
“nuovi Diritti dell’Uomo” sono emersi negli ultimi decenni?
Queste le domande a cui gli ospiti internazionali del World
Political Forum erano chiamati a rispondere. Ma io, poi, rubavo le loro
storie personali, le facevo mie sui foglietti mentre tutti ridacchiavano
dicendo: Me le farai poi leggere piccolo pioniere di Tito?! Fui adottato da
questa “Villa Arzilla” come spesso li chiamavo in quanto la loro età non
corrispondeva alla fluidità dei loro pensieri e la lucentezze delle loro idee.
Obiettivo di quelle giornate di lavori del World Political
Forum era favorire gli incontri tra gli
uomini politici, tra gli uomini di scienza, le alte personalità della vita culturale e religiosa di ogni continente, di
ogni fede, lingua e cultura; catalizzare le soluzioni pratiche ed individuare
nuove regole di governance da suggerire a chi allora e anche oggi è alla guida
della politica e dell’economia a livello internazionale in modo da elaborare
una strada diversa, una terza via alla ricomposizione delle crisi
internazionali. Loro hanno provato a parlare con l'esperienza e la cultura
(quella vera) ai "nuovi", ai più "giovani" con l’obiettivo
di individuare soluzioni concrete e politicamente percorribili, da suggerire a
chi ha nelle mani il futuro della convivenza pacifica fra i popoli. Quei
momenti, ufficiali e non, mi hanno reso indifferente alle urla e agli
strilli (anche quei muti) dei possibili governanti di oggi perché quando sfiori
con le mani l'Olimpo anche se solo per pochi giorni, tornare a valle risulta
così penoso. Riposa in pace adorato Stéphane.
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