domenica 4 novembre 2012

What is a Weekend?


 video by leone, sul sedile del copilota mentre sulla radio andava la la la la la

Chi riesce a tracciare all'interno di sé il passaggio di un week-end oltre il solito “bello, si, però il prossimo…” Proprio così, li terminano quasi tutti inesorabilmente con l’attesa di quello successivo. Perchè? E’ per caso una banalissima questione della natura umana che si rispecchia in una delle frasi più versatili forse mai essistite: non è mai abbastanza? Il tempo non è mai abbastanza, quel che si fà non è mai abbastanza?, non è mai abbastanza tardi perdonare chi ci ha traditi, non è mai abbastanza presto per capire che ciò che si è tanto cercato è quello che sempre si è avuto… 

E se il primo fine settimana (qui ho sempre il dubbio se si tratta di un sostantivo maschile invariabile nonostante i lemmi "fine e "settimana" siano femminili) traesse le origini dal giorno di festa settimanale delle “principali” religioni monoteiste del mediterraneo? Ma anche qui non è poi così semplice trovare un vero punto d’incontro. Il giorno, per gli ebrei e i musulmani, non inizia a mezzanotte come per un cristiano, ma al tramonto del Sole, e quindi termina con il tramonto del giorno successivo. Così il sabato ebraico inizia al tramonto del venerdì cristiano e il venerdì musulmano inizia al tramonto del giovedì cristiano (pomeriggio o sera a seconda delle stagioni, se non mi sbaglio). L’Evento, cioè la giornata festiva della settimana, per tutti i tre rimane comunque il tempo dato dalla Divinità perché questo faccia memoria dell'Evento compiuto dall'altissimo, buonissimo, onnipotentissimo… E quindi me ne accorgo, che il significato del riposo nel giorno di festa non coincide pertanto con quello di "vacanza" che per tutti indica un giorno vuoto, vacante, da occupare liberamente con attività diverse da quelle dei giorni lavorativi. 

Quindi l’origine del week-end come lo si intende oggi, qualcosa che ci spetta, chi ci è dovuto, che ci siamo “guadagnato” deve essere legata a qualcosa di più “recente” della Creazione del Mondo? Al valore del lavoro? Non quello Divino, per intenderci.

Ma che cosa è il valore del lavoro? Il lavoro, o si trova ancora nel lavoratore, o ne è di già uscito; cioè vuole a dire, il lavoro, o è la forza, la potenza di fare una cosa, o è la cosa stessa già fatta: insomma, il lavoro, o è la forza di lavoro, o è la merce. Un pò come per un ministrante appare immediato a rivolgersi alle sacre scritture così ad un pioniere di Tito viene naturale a rincorrere a qualche citazione di questo tipo:  In primo luogo è evidente che l’operaio, durante tutto il tempo della sua vita [sotto il capitalismo], non è altro che forza lavoro e perciò che tutto il suo tempo disponibile è, per natura e per diritto, tempo di lavoro, e dunque appartiene all’autovalorizzazione del capitale. Tempo per un’educazione da esseri umani, per lo sviluppo intellettuale, per l’adempimento di funzioni sociali, per rapporti socievoli, per il libero gioco delle energie vitali fisiche e mentali, perfino il tempo festivo domenicale: fronzoli puri e semplici! (Karl Marx, Il capitale, volume I, capitolo VIII)

Quindi posso mai pensare che il mio week-end passato sia stato, di fatto, poco “inquinato” dalla forza lavoro? Allora perchè ne bramo un’altro? Forse l’unica spiegazione sensata che ora mi viene in mente è una frase, di un filosofo americano mancato alcuni anni fa, piuttosto letto ed amato da molti quanto snobbato dalle elite intellettuali continentali e accademiche: Sforzati sempre di eccellere, ma solo nei week-end! 



 

Nessun commento:

Posta un commento