La casella postale eletronica rappresenta di fatto la
controparte virtuale della posta ordinaria, quella cartacea. A
differenza di quest'ultima, il ritardo con cui
arriva dal mittente al destinatario è normalmente di pochi
secondi o minuti, anche se ci sono delle eccezioni che ritardano il
servizio fino a qualche ora o qualche giorno o qualche mese ma in questo
caso ci è voluto un anno.
Il giorno che avrebbero dovuto passare sul Bosforo è come
questo ripreso che arriva al mio indirizzo solamente oggi.
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to: papavero@gipsyontheroad.com
from: fiordaliso@campinfiore.com
sent: 26/10/2011
subject: Un giorno sul Bosforo, solo tu ed io vorrei
Potrebbe essere Istanbul?, 26 Ottobre 2011
Mio caro Papavero se solo, se solamente ...
"Se per i buoni uffici del signor Nuri spedizioniere
la mia città, la mia Istanbul mi mandasse
un cassone di cipresso, un cassone di sposa
se io l'aprissi facendo risuonare
la serratura di metallo: dccinnn ...
due rotoli di tela finissima
due paia di camicie
dei fazzoletti bianchi ricamati d'argento
dei fiori di lavanda nei sacchetti di seta
e tu
e se tu uscissi da lì
ti farei sedere sull'orlo del letto
ti metterei sotto i piedi la mia pelle di lupo
con la testa chinata e le mani giunte starei davanti a te
ti guarderei, gioia, ti guarderei stupito..."
Da Lettere dal Carcere a Munevver di Nazim Hikmet (1942)
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to: fiordaliso@campinfiore.com
from: papavero@gipsyontheroad.com
sent: 24/10/2012
subject: RE: Un giorno sul Bosforo, solo tu ed io vorrei
Non è stata Istanbul, 24 Ottobre 2012
Mio caro Fiordaliso,
proprio oggi, un papavero si è perso in un campo
di fiordalisi. Con il sole calante, ha udito la voce di uno di voi che sussurava la
storia di un giovane innamorato di una ninfa, colei che rivela la primavera in tutto
ciò che sboccia. Un amore impossibile. Si trattava del giovane Ciano che forse per causa
dell’amore non corrisposto venne trovato senza più soffio di vita in un
campo di fiordalisi. La ninfa Flora commossa da questa visione, impartì alla famiglia
dei fiori dal colore azzurro-vivo di narrare la loro storia ad ogni
tramonto, fino alla fine dei tempi.
Terminato il racconto, Fiordaliso si piego’ verso Papavero: “Beati
coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra, varcando il confine del
piacere, per cibarsi dei sogni!”.
“Allora tu sei un poeta!” esclamo Papavero.
“No, io rubo le parole degli altri.”
“Ah, allora sei un losco come me. Nei campi
dove sono nato io, si produce l’oppio che rende dipendenti dal suo rossore,
infligendo vilmente cerchi neri intorno agli occhi dei malcapitati.”
“Allora
sarà meglio chiudergli per questa notte” disse Fiordaliso, abbandonandosi sul
Papavero mentre il vento arrivato dal Bosforo, insinuandosi tra i loro petali li
strinse in un caldo abbraccio.