sabato 27 ottobre 2012

I Bogumili a spasso

Anche se il mio scribacchiare stesso è una vittima, il risultato, credo, non è il classico che ci si potrebbe aspettare da una vittima; e cioè un grido di dolore.  Provare raccontare l’infanzia, (cercare maldestramente) documentare  o presentare lo straniamento dell’adulto in esilio, in un paese lontano diventa un bisogno. 
Lo sguardo non deve essere troppo indulgente e il mistero deve restare mistero. Poter presentare il passato di un paese che è semplicemente sparito dalle carte geopolitiche combinandolo con l’autobiografia e come credere di poter imparare qualcosa da esso. Imparare per cambiare, migliorare in quanto essere umani, non ripetere gli errori. L’umanità è riformabile, pensiamo. 
Ecco, è proprio questo il mio problema: dopo la guerra nei Balcani non credo più che la registrazione dell’esperienza possa migliorare o cambiarci di molto. 
Il movimento dei catari, diffuso nel Medioevo nell’Europa centrale, aveva molti aspetti in comune con la setta bulgara dei bogomili – dal nome del pope Bogomil, vissuto sotto lo zar bulgaro Pietro nel periodo tra il 927 e il 969 – diffusasi in Serbia e in Bosnia. La vicenda dei bogomili di Bosnia, convertiti successivamente all’islam, dopo essere divenuti, secondo alcuni studios, la chiesa ufficiale, è uno dei capitoli storiografici più controversi della regione. Bogumili, tertium (non) datur, hanno da sempre incuriosito anche solamente per la loro versione della dottrina sulla Creazione.  Dicendo che le anime degli uomini sono diavoli cacciati dal cielo, i quali, dopo aver fatto penitenza nei corpi umani una o più volte successive, ritorneranno in cielo, i bogomili assegnavano tutto il male fisico e morale al Principio maligno e alla materia che esso ha creato, cioè il corpo umano. Perciò risulta evidente che la libera volontà di commettere il Peccato originale non c’era, perché all’inizio tutto procede dal maligno e la responsabilità è interamente sua. Questo riveste un valore particolare se si ritiene che lo spirito dell’uomo sia un angelo decaduto (ho sempre amato questa versione). 
I bogomili bosniaci affermano: il legno della vita era la donna, dal quale Adamo ha mangiato; per il quale motivo fu espulso dal paradiso. Dunque egli non era libero, ma costretto dal maligno. I presupposti di questa edizione del primo esilio sono decisamente diversi dalla versione fino ad ora "incontrata". Un'unica cosa li accomuna :

…poiché l’esilio atterra e spezza, bisogna attribuire a qualcuno la colpa di ogni frustrazione, di ogni angoscia e, naturalmente, si accusa chi ci è prossimo, il vicino più vicino...dicono i signori Grimberg, una copia di psicoterapeuti che si sono occupati molto dell'esilio.
   
Quante cose sono cambiate da quel primo esilio affrontato dai nostri progenitori? Secondo Beckett, forse, neanche così tante.  
  
passi su passi
in nessun luogo
né alcuno sa
come solamente
piccoli passi
in nessun luogo
ostinatamente


Samuel Beckett, da Mirlitonnades – Filastroccato 1978

Intanto da qualche parte a sud di Arles esplorando una qualche nuova e curiosa idenità, passi su passi... 
 

Ladino song - Oi Va Voi














































2 commenti:

  1. dove ti trovi adesso leon?

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  2. ma come mai sei nero e pure aninimo! sono a casa a mangiare molti mandarini perchè contengono la vitamina C così non divento scorbutico! o era scorbuto?!

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