mercoledì 10 ottobre 2012

Do one thing every day that scares you





Certi cassetti di casa mia sono pericolosi. Meglio non aprirli, almeno che non si abbia voglia di fare due chiacchiere con il passato. A volte la vita è una semplice questione di spazi, ogni cosa viene riposta in un angolo preciso, sistemata dentro ad un armadio, chiusa dietro qualche anta, appesa, esposta o se si tratta di carta invece, archiviata in leggere cartelline colorate che abitano il mondo dei cassetti.
 Per quanto mi riguarda, lo spazio in un interno è sempre rimasto un concetto astratto. Sarà forse perché sono nata e cresciuta in una casa tanto grande da disorientare chiunque e mai mi sono abituata alle mie nuove misure da adulta : stanza da letto, bagno, cucina e salotto. Sarà che forse non ho mai considerato lo spazio un vero e proprio ostacolo ma soltanto un qualcosa -grande o piccolo che sia- da riempire fino allo sfinimento!Mi piacciono quei luoghi carichi di storie e di cose da guardare, pieni di oggetti inutili riportati da chissà quale paese lontano. Impazzisco per quelle mensole traboccanti di libri, per quella visione di copertine cromatiche, pagine ingiallite dal tempo, battaglie intellettuali, per quegli scaffali così colmi da sembrare balconate di  un chiassoso e affollato teatro. I libri poi, mi piace vederli ovunque, anche quando invadono superfici aliene di tavoli, pavimenti e cucine, scontrandosi così con eserciti più vivaci, plotoni di tazzine, piatti, teiere, fanterie di cristalli soffiati, profonde trincee di casseruole, barattoli, brocche, bottiglie, utensili vari  . 
In cucina come in nessun altro luogo della casa, abitano gli oggetti più buffi, anime sbarazzine che nel mio caso provengono da bauli impolverati, recuperati ed ereditati a sorpresa. Una volta fatta la loro conoscenza, non ho potuto rispedirli indietro in cantina. Il loro entusiasmo ha avuto la meglio su di me; così gli ho trovato un posto, usando ogni singolo millimetro a mia disposizione. Non mi pento affatto di questa disordinata scelta, al contrario  sento che in qualche modo mi completa. Sicuramente mi assomiglia. Inoltre trovo che gli oggetti che ci circondano producano suoni nella mente, soprattutto quando è notte e il silenzio avvolge ogni cosa. E' quello il momento che di solito uso per mettere in pratica il prezioso consiglio di Eleanor Roosevelt, coraggiosamente incollato sulla parete del mio frigo:



do
one
thing
every
day
that
scares
you



Così, ieri notte, ho fatto il ragù.












14 commenti:

  1. Risposte
    1. Noi Draghette a pois ci siamo sempre per le nostre amiche Zebrette a pois che litigano con uno schermo inanimato che credono deridano di loro, che si arrabbiano con dei piccoli quadratini non meglio chiamati tasti! Noi animali in via d'estinzione, diventati oramai leggenda dobbiamo spalleggiarci.. sempre!!

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  2. i did it. I'm so proud....!

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  3. mi oiace pensare che ogni cosa trovi il suo posto prima o poi..no?

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    1. Piace pensarlo anche a me. L'importante è saper far posto, sempre, accanto a noi.

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  4. ma il ragù non ti fa paura.. tu sei la regina del ragù! Evviva le porcellane, abbasso il minimalismo!

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  5. zebre che amano ragù e che ammiccano con la roosevelt. credo che si sarebbe divertita a leggerlo!

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  6. capisco bene cosa intendi, aborro l'indispensabile, tutto è indispensabile!Quando abiterò il pianerottolo arrederò anche quello!bello il video e lo sfondo della tua pagina!

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