Quando la mattina apri la finestra
Attraversi il portone,
per andare ad ascoltarli cantare.
Chicchi giocherelloni
che dovranno riposare. Anni.
Il desiderio dicono sia il seme della magia. Io desideravo fortemente togliere le mie scarpe rotte per sentire le travi di legno della stanza dove tu mi avevi condotto quella notte.
photos by Leone
Scalzo scendi lungo le scale e ti fermi per lavare via la notte dal viso.
per andare ad ascoltarli cantare.
Perché i loro canti accarezzano i loro chicchi d'uva.
Chicchi giocherelloni
che dovranno riposare. Anni.
Il desiderio dicono sia il seme della magia. Io desideravo fortemente togliere le mie scarpe rotte per sentire le travi di legno della stanza dove tu mi avevi condotto quella notte.
Il vento non
era ancora forte, e come poteva? Era solamente l’inizio. La mia valigia era
chiusa ed io indossavo ancora le mie scarpe rotte.
Avevo sete.
Il mio pomo
d’adamo faceva il solito tragitto al insù ma quasi faticando, come quel piccolo
ascensore di ferro battuto, nel quale spingendo il tasto 3 di bachelite nera,
mettevi in moto una miriade di leve e di cavi, producendo rumori di breve
durata. Così unici e facilmente riconoscibili. Come questi: La tua voce,
finalmente.
“Non puoi avere
sete nella mia città!”
Un viso
conosciuto, sorridente. Mi abbraccia e mi chiede: “Come stai?”
Intorno a noi
gli occhi. Paia di occhi azzurri, castani, a mandorla.
Brucio la prima
sigaretta davanti ad una portata ducale.
I tuoi occhi,
non trovavo i tuoi occhi. Ah si, eccoli. Piccoli e docilmente racchiusi dalle
ciglia lunghe, lunghissime.
Il bicchiere.
La sete.
Finalmente, via
le scarpe!
Tu ridi. Che
bel sorriso!
Di nuovo un
falso silenzio regna dentro di me. Fuori c’era il vento.
Come vorrei che
tu fossi ad aspettarmi da qualche parte di questa città. Lontanto da questa
tavola ed io che devo raggiungerti e magari in fretta.
“Grazie
signori, se doveste trovare la mia scarpa…”
Corro.
Devo indovinare
come sarai vestito. Sarai seduto o appoggiato sul muro? Avrai una sigaretta
accesa o proprio nel momento in cui mi comparirai, ti vedrò con lo sguardo
abbassato e mani raccolte intorno al mento intento ad accenderla? Il vento.
“Leone, ben
tornato!”
“Ah, perdonate,
mi ero fermato per un’attimo, per fumare una sigaretta.”
“Bevi con noi!”
“Certo, grazie! Ma fate attenzione, qui rubano le scarpe!”
Ridi di nuovo
con la mia scarpa tra le mani.
Per la strada
poco dopo sfreghi la tua spalla contro la mia. C’è aria di tempesta.
Occhi
infiammati. Come se volessero lacrimare.
Siamo di nuovo
nel giardino dei Leoni. Solo tu ed io.
Ho bisogno
della mia medicina. Mi baci. Mi addormento.
Per un’attimo,
solo per un’attimo.
Prossima
fermata Torino Porta Susa, Next stop Torino Porta Susa
photos by Leone
Tu bruci come una sigaretta premuta contro la pelle
RispondiEliminaOh, mi rincresce! Se e' carne viva non lasciarla assolutamente scoperta, perche' rischi che si infetti. Usa una buona pomata (cicatrene, è un antibatterico) e coprila con le garze apposite. Ci vorra' un po' piu' di tempo ma il tempo, dicono, sia il miglior guaritore di tutte le ferite.
RispondiEliminaAh bevi molta acqua aiuta a reidratare piu' velocemente la pelle intorno alla ferita e quella nuova che si formera.
sei sempre così chiuso e sulla difensiva?
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=vFdCPode3aM&feature=related
RispondiElimina;)