mercoledì 24 ottobre 2012

You've Got Mail


La casella postale eletronica rappresenta di fatto la controparte virtuale della posta ordinaria, quella cartacea. A differenza di quest'ultima, il ritardo con cui arriva dal mittente al destinatario è normalmente di pochi secondi o minuti, anche se ci sono delle eccezioni che ritardano il servizio fino a qualche ora o qualche giorno o qualche mese ma in questo caso ci è voluto un anno. 

Il giorno che avrebbero dovuto passare sul Bosforo è come questo ripreso che arriva al mio indirizzo solamente oggi.

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to: papavero@gipsyontheroad.com
from: fiordaliso@campinfiore.com
sent: 26/10/2011
subject: Un giorno sul Bosforo, solo tu ed io vorrei

Potrebbe essere Istanbul?, 26 Ottobre 2011


Mio caro Papavero se solo, se solamente ...

"Se per i buoni uffici del signor Nuri spedizioniere
la mia città, la mia Istanbul mi mandasse
un cassone di cipresso, un cassone di sposa
se io l'aprissi facendo risuonare
la serratura di metallo: dccinnn ...
due rotoli di tela finissima
due paia di camicie
dei fazzoletti bianchi ricamati d'argento
dei fiori di lavanda nei sacchetti di seta
e tu
e se tu uscissi da lì
ti farei sedere sull'orlo del letto
ti metterei sotto i piedi la mia pelle di lupo
con la testa chinata e le mani giunte starei davanti a te
ti guarderei, gioia, ti guarderei stupito..."

 Da Lettere dal Carcere a Munevver di Nazim Hikmet (1942)

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to: fiordaliso@campinfiore.com 
from: papavero@gipsyontheroad.com
sent: 24/10/2012
subject: RE: Un giorno sul Bosforo, solo tu ed io vorrei

Non è stata Istanbul, 24 Ottobre 2012

Mio caro Fiordaliso, 
proprio oggi, un papavero si è perso in un campo di fiordalisi. Con il sole calante, ha udito la voce di uno di voi che sussurava la storia di un giovane innamorato di una ninfa, colei che rivela la primavera in tutto ciò che sboccia. Un amore impossibile. Si trattava del giovane Ciano che forse per causa dell’amore non corrisposto venne trovato senza più soffio di vita in un campo di fiordalisi. La ninfa Flora commossa da questa visione, impartì alla famiglia dei fiori dal colore azzurro-vivo di narrare la loro storia ad ogni tramonto, fino alla fine dei tempi. 
Terminato il racconto, Fiordaliso si piego’ verso Papavero: “Beati coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra, varcando il confine del piacere, per cibarsi dei sogni!”. 
“Allora tu sei un poeta!” esclamo Papavero. 
“No, io rubo le parole degli altri.” 
“Ah, allora sei un losco come me. Nei campi dove sono nato io, si produce l’oppio che rende dipendenti dal suo rossore, infligendo vilmente cerchi neri intorno agli occhi dei malcapitati.” 
“Allora sarà meglio chiudergli per questa notte” disse Fiordaliso, abbandonandosi sul Papavero mentre il vento arrivato dal Bosforo, insinuandosi tra i loro petali li strinse in un caldo abbraccio. 


2 commenti:

  1. non è prevedibile, non è mai banale, grazie leo!

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  2. è confrotante sapere di non essere l'unico disturbato mentale ;) un abbraccio anonimo

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